La Corte Costituzionale, con la sentenza 209/2022 depositata il 13 ottobre 2022, ha ripristinato la doppia esenzione dell’Imu per i coniugi che vivono in due Comuni diversi, attribuendo a entrambi gli immobili l’agevolazione.
La Consulta ha ristabilito quindi il diritto all’esenzione per ciascuna abitazione principale di persone sposate o parti di un’unione civile, nel rispetto dei requisiti della dimora abituale e della residenza anagrafica del possessore dell’immobile e non anche del suo nucleo familiare.
Toccherà, ora, ai controlli comunali, accertare che la separazione geografica della famiglia sia reale e che i coniugi risiedano effettivamente nelle due case: “per stanarli”, spiega la sentenza, “è sufficiente ai Comuni controllare i consumi di elettricità, gas e acqua, com’è peraltro permesso dal decreto sul federalismo fiscale municipale (Dlgs 23/2011, articolo 2, comma 10)”.
La sentenza della Consulta apre la strada alle istanze di rimborso Imu da parte dei contribuenti, fatte salve le situazioni già definite, per decorrenza dei termini decadenziali per il rimborso o per il ricorso o per sentenza passata in giudicato.
Ne consegue che i soggetti che abbiano versato l’Imu, ad esempio, sulla casa di residenza dell’altro coniuge, ubicata nello stesso comune, potranno chiedere il rimborso di quanto pagato negli ultimi cinque anni. Lo stesso dicasi, per quanti, in presenza di residenze disgiunte in comuni diversi, abbiano pagato l’imposta per entrambe le unità immobiliari, non essendoci l’unitarietà della dimora del nucleo familiare.
La decisione della Corte ha effetti anche sui versamenti eseguiti a giugno scorso, a titolo di acconto Imu. Di conseguenza, i coniugi con residenze disgiunte che abbiano pagato l’imposta su uno dei due immobili posseduti potranno, in presenza delle condizioni di legge, scomputare quanto versato in più in occasione del saldo di dicembre.